Il Ferragosto è un'antica tradizione italiana da oltre venti secoli celebrata e che affonda le radici nella storia dell'Impero Romano. Questa festività, celebrata il 15 agosto, discende dalle antiche "Feriae Augusti" e rappresenta un connubio di cultura, storia e religione che ha attraversato i secoli. Raccontare le Feriae Augusti significa immergersi in un viaggio nel tempo, in un'epoca in cui il mondo era governato dagli dei e dagli imperatori, e la natura scandiva il ritmo della vita.
ORIGINI
Le Feriae Augusti furono istituite dall'imperatore Augusto nel 18 a.C., unendo una serie di festività precedenti dedicate al riposo dopo i faticosi lavori agricoli. Il nome stesso, “feriae”, indica un periodo di riposo, mentre “Augusti” omaggia l'imperatore che voleva legare il suo nome a un periodo di prosperità e pace, in un’epoca in cui l’impero romano raggiungeva l’apice del suo splendore. Le celebrazioni cadevano all'inizio del mese di agosto, un periodo in cui la natura stessa sembrava fermarsi, sospesa in un caldo abbraccio estivo.
Questo periodo di riposo non era solo un'occasione per ringraziare gli dei per il raccolto, ma anche un momento di riflessione e di riconciliazione. In un mondo dominato dalla fatica e dal lavoro nei campi, le Feriae Augusti erano una parentesi di pace e di ristoro, una tregua sacra in cui padroni e schiavi, ricchi e poveri, potevano godere della stessa tranquillità. Era un tempo sospeso, dove le rigide gerarchie sociali venivano momentaneamente allentate, e la comunità si univa in un’unica celebrazione.
IL RITUALE
Durante le Feriae Augusti, le città romane si riempivano di festeggiamenti: corse di cavalli, giochi circensi e banchetti grandiosi animavano le giornate. Gli animali da tiro, dopo mesi di lavoro nei campi, venivano adornati con fiori e portati in processione, un tributo alla forza che avevano donato alla terra. Era un tempo in cui la vita quotidiana cedeva il passo alla gioia, alla musica e alla danza, dove l'intero popolo romano poteva immergersi in una dimensione quasi sacra di spensieratezza.
Le Feriae Augusti iniziavano ufficialmente il 1° agosto, giorno in cui si celebrava anche l'anniversario della dedicatio del Tempio di Marte Ultore, commemorando la battaglia di Filippi, e la festa della Dea Spes nel suo tempio al Foro Boario. Segue il 5 agosto, dedicato alla Dea Salus nel Templum Salutis sul Quirinale, il 12 agosto, giorno dedicato a Ercole Invitto e alla Dea Iside. Tuttavia, la festa più importante del mese era il 13 agosto, dedicata a Diana, la patrona della luna e della maternità.
Questa celebrazione univa patrizi e plebei, che si recavano insieme al Tempio della dea sull’Aventino, con la partecipazione anche degli schiavi, poiché Diana era considerata la madre di tutti gli uomini. I riti in onore di Diana duravano l'intera giornata: le donne, che durante l’anno appendevano tavolette votive nel tempio e consacravano le proprie vesti, la invocavano in qualità di Lucina, protettrice dei parti, mentre i cacciatori offrivano armi, utensili, e trofei di caccia. La festa si concludeva nel bosco sacro, il Lucus Semeles, tra le pendici dell’Aventino e il Tevere, illuminato da fiaccole, dove venivano appesi agli alberi oggetti di voto. Questo momento religioso rappresentava un legame profondo tra l'uomo e il divino, una richiesta di prosperità e di benedizione per i raccolti futuri.
DIANA, DEA DELLA NATURA E DELLA CACCIA
Diana, nell'immaginario romano, era la dea della caccia, della luna e della natura selvaggia, nonché protettrice delle donne e della fertilità. Il suo culto era profondamente radicato nella vita rurale e pastorale, e si celebrava il 13 agosto, in un periodo molto vicino alle Feriae Augusti. Questa vicinanza temporale e tematica non è casuale, poiché Diana rappresentava per i Romani un simbolo di armonia tra l'uomo e la natura, un legame che le Feriae Augusti cercavano di onorare.
Il tempio principale di Diana a Roma si trovava sull'Aventino, una collina sacra alla dea, dove ogni anno si svolgevano celebrazioni in suo onore. Questi riti erano un’occasione per la comunità di chiedere protezione e fertilità, sia per le donne che per i raccolti, aspetti essenziali della vita rurale romana. Durante le festività, i devoti si riunivano per purificarsi e per celebrare il legame sacro con la natura, esprimendo gratitudine per la generosità della terra.
Il periodo delle Feriae Augusti, dedicato al riposo e alla riflessione dopo la raccolta, era dunque perfetto per onorare Diana. La dea, simbolo della rigenerazione naturale e del ciclo vitale, incarnava i valori stessi delle festività: il riposo dopo la fatica, la celebrazione della vita e il rispetto per le forze naturali.
Augusto, nell’istituire le Feriae Augusti, non solo voleva consolidare il suo potere e celebrare la pace e la prosperità del suo regno, ma anche radicare la festività in un contesto religioso che risuonasse con il popolo. Diana, con il suo profondo legame con la natura e il ciclo agricolo, rappresentava un ideale divino che ben si sposava con le tematiche delle Feriae Augusti. Augusto, attraverso questa festa, non solo si assicurava la lealtà dei contadini e dei lavoratori, ma anche la benevolenza della dea che vegliava sulla fertilità della terra.
UNIONE DI SACRO E PROFANO
Le Feriae Augusti, dunque, non erano solo un momento di riposo e celebrazione laica, ma anche un’occasione per riconnettersi con il sacro, con Diana come figura centrale di questo legame. La processione degli animali adornati, la sospensione delle attività quotidiane e l’offerta di fiori e frutti alla dea erano tutti atti che ricordavano ai Romani l'importanza di onorare le forze naturali e di riconoscere la loro dipendenza dalla benevolenza divina.
In questo senso, il rapporto tra le Feriae Augusti e Diana rifletteva una comprensione profonda della ciclicità della vita e della natura, un'armonia tra uomo e mondo naturale che era al centro della cultura romana. Celebrando la fine del ciclo agricolo e l'inizio di un nuovo anno di lavoro e di speranze, i Romani, attraverso le Feriae Augusti, rendevano omaggio non solo all'imperatore, ma anche a Diana, la dea che incarnava la forza rigeneratrice della natura.
CELEBRAZIONI MODERNE E IL RETAGGIO DI DIANA
Diana, molto venerata per la sua connessione con i ritmi naturali della vita, continuò a essere adorata anche durante il cristianesimo. La nuova Chiesa cristiana, non riuscendo a estirpare il suo culto, lo trasformò, sostituendo alla vergine Diana la Vergine Maria. Questo sincretismo è evidente nella celebrazione del 15 agosto, giorno in cui la Chiesa cattolica festeggia l’Assunzione di Maria Vergine in cielo, un'evoluzione del culto che coinvolse anche Semele, un'altra divinità lunare.
Anche se con il tempo le Feriae Augusti si sono trasformate nel Ferragosto cristiano, il retaggio di Diana e il suo legame con la natura e la fertilità continuano a vivere nelle tradizioni rurali italiane. Le feste campestri, le gite fuori porta, e l’attenzione alla natura che caratterizzano il Ferragosto moderno riflettono ancora quell'antico rispetto per il ciclo naturale che Diana, nei tempi antichi, rappresentava.
Il connubio tra Augusto e Diana, tra sacro e profano, tra impero e natura, vive ancora oggi, ricordandoci che anche nelle più moderne festività si nasconde un profondo legame con il nostro passato e con le forze che, da sempre, governano la vita sulla terra.
in copertina:
C. TURA, MAESTRO DI ERCOLE, "Agosto", affresco, Palazzo Schifanoia, Ferrara (1468-1470)